Ipotesi di una scuola ai tempi del corona virus

Dall’ 8 marzo le aule delle scuole di tutta Italia sono vuote e cosi rimarranno fino al prossimo mese di settembre.

Troppo rischioso muovere circa 10 milioni di persone tra studenti genitori e personale scolastico, e poi sarebbe impossibile mantenere la distanza di sicurezza nelle aule. Accantonata l’ipotesi del rientro a maggio si sta già ragionando su come sarà la scuola a settembre ai tempi del corona virus. Probabilmente si riprenderà con le lezioni on line, ma come sarà la scuola del futuro.

Politici e scienziati di tutto il mondo ci dicono che fin quando non verrà scoperto testato e diffuso un vaccino, dovremo convivere con il virus rispettando quelle regole di distanziamento sociale che stanno permettendo di contenere il virus.

La didattica a distanza da un lato ci ha dimostrato come le grandissime capacità di adattamento di studenti e docenti abbiano consentito di proseguire le attività didattiche, nessuno di noi era preparato a tutto ciò e adesso la didattica a distanza sembra la normalità.

Ma la scuola non può prescindere dal rapporto alunno docente la scuola è una comunità educativa la scuola è fatta di relazioni e nulla può sostituire i rapporti interpersonali vissuti in uno spazio fisico e non virtuale. La didattica a distanza non può sostituire la didattica tradizionale ma può affiancarla, l’uso delle nuove tecnologie possono facilitare le relazioni ma non possono sostituirle.

Quindi se non vogliamo che il virus diventi anche un virus scolastico abbiamo il dovere di iniziare a pensare alla scuola ai tempi del corona virus; la scuola siamo noi e non abbiamo tempo da perdere.