Grazie mille per la disponibilità e la qualità della didattica, Saluti.

Erika P.

Dall’ 8 marzo le aule delle scuole di tutta Italia sono vuote e cosi rimarranno fino al prossimo mese di settembre.

Troppo rischioso muovere circa 10 milioni di persone tra studenti genitori e personale scolastico, e poi sarebbe impossibile mantenere la distanza di sicurezza nelle aule. Accantonata l’ipotesi del rientro a maggio si sta già ragionando su come sarà la scuola a settembre ai tempi del corona virus. Probabilmente si riprenderà con le lezioni on line, ma come sarà la scuola del futuro.

Politici e scienziati di tutto il mondo ci dicono che fin quando non verrà scoperto testato e diffuso un vaccino, dovremo convivere con il virus rispettando quelle regole di distanziamento sociale che stanno permettendo di contenere il virus.

La didattica a distanza da un lato ci ha dimostrato come le grandissime capacità di adattamento di studenti e docenti abbiano consentito di proseguire le attività didattiche, nessuno di noi era preparato a tutto ciò e adesso la didattica a distanza sembra la normalità.

Ma la scuola non può prescindere dal rapporto alunno docente la scuola è una comunità educativa la scuola è fatta di relazioni e nulla può sostituire i rapporti interpersonali vissuti in uno spazio fisico e non virtuale. La didattica a distanza non può sostituire la didattica tradizionale ma può affiancarla, l’uso delle nuove tecnologie possono facilitare le relazioni ma non possono sostituirle.

Quindi se non vogliamo che il virus diventi anche un virus scolastico abbiamo il dovere di iniziare a pensare alla scuola ai tempi del corona virus; la scuola siamo noi e non abbiamo tempo da perdere.

Usando l’app Google Arts & Culture è possibile vedere opere, mostre, musei e dipinti in realtà aumentata, come fossero a casa veramente

Una delle novità più gradite e più innovative degli ultimi anni è l’evoluzione della realtà aumentata, quella tecnologia che permette di vedere sullo schermo della fotocamera dello smartphone oggetti virtuali, che non esistono veramente. La realtà aumentata era salita alla ribalta con il gioco Pokemon Go ed è alla base di molte altre applicazioni come ad esempio quella che permette di vedere animali in 3D in che sembrano veri davanti a noi.

Una grande novità da Google è stata lanciata adesso per venire incontro alle persone che devono stare a casa per l’emergenza COVID-19, dall’applicazione Google Arts & Culture, quella che permette di visitare i musei del mondo in 3D, per vedere dipinti e sculture famose, comodamente, da casa.

 

Dalla moda all’ecommerce, dall’industria allo smart working, ecco come realtà aumentata e virtuale possono trasformare i business tradizionali (e lo stanno già facendo)

Sfilate di moda con avatar, 3Dcommerce, smartworking dei colletti blu e scuola in realtà virtuale: frontiere sempre più vicine, dal marketing all’intrattenimento, dall’immobiliare al mondo della formazione. Le regole di distanziamento sociale imposte dall’emergenza coronavirus rendono impossibile incontrarsi nel mondo fisico ma visori, smartglass e supporti olografici possono ricreare comunicazioni e rapporti personali, con tecnologie immersive di realtà virtuale (Vr), aumentata (Ar) e mista (Mr).

Se negli Stati Uniti Virtualitics già permette di visualizzare i big data in 3D all’interno di ambienti virtuali, realizzando uno scenario alla Minority Report, anche le software house italiane sono all’opera. Già prima della crisi Covid-19, la società di consulenza Pricewaterhouse Cooper ha previsto che il settore apporterà 1.500 miliardi di dollari e 23,3 milioni di nuovi posti di lavoro all’economia mondiale entro il 2030. La stima del contributo al Pil globale è di 360 miliardi di dollari nel manifatturiero, 351 nella medicina, 294,2 nella formazione, 275 nella manutenzione, 204 nel retail.

“Queste tecnologie sono state considerate finora più come un ‘nice to have’ che un investimento per la produttività e l’efficienza personale”, osserva Lorenzo Montagna, presidente di Vr/Ar Association, associazione del settore di Milano. “La crisi coronavirus accelererà un’adozione strategica di cui nessuno potrà fare a meno in futuro, per riprodurre il rapporto compratore-venditore, ricreare le occasioni di incontro intorno ai prodotti e tutte quelle situazioni in cui è utile una compresenza di persone come sport, intrattenimento e cultura. Anche per questo la Vr già funziona bene nella formazione”.

Formazione e manifatturiero

Tanto che a Bologna il Comune ha lanciato il progetto Classroom 3.0 per l’istituto tecnico industriale Aldini Valeriani, con Eon Reality, Fondazione Corazza e Fav. Da settembre 300 studenti dell’ultimo anno seguiranno lezioni in Ar/Vr, per simulare in un ecosistema digitale le attività che svolgeranno negli ambienti di lavoro. Un ponte tra scuola e mondo professionale, realizzato grazie a una piattaforma di contenuti generati dagli utenti, basata sul software Creator Avr.

I docenti utilizzeranno modelli e foto a 360° per creare le lezioni accedendo a CgTrader, il maggiore repository di modelli 3D del mondo, oppure caricando gli asset 3D prodotti dagli studenti, partendo da una web page in backend. Il tutto senza dover scrivere una riga di codice, mentre in frontend basterà scaricare un’app disponibile per iOS e Android.

Lo stesso potrà avvenire per la formazione dei dipendenti e l’assistenza da remoto su procedure di sicurezza, montaggio e operatività di macchinari, volte a garantire la continuità produttiva delle aziende in qualsiasi scenario. “Le applicazioni vanno dai processi di pressurizzazione gas alla saldatura, dai sequenziatori di Dna ai corsi per fare le crepes, attraverso nuovi paradigmi di formazione esperienziale e memoria muscolare che permettono di imparare quasi il doppio dei metodi tradizionali e che aumentano del 70% la capacità di memorizzare”, spiegano da Eon Reality.

Sul fronte della manutenzione

Lo conferma Marco Zanuttini, amministratore delegato di OverIt azienda friulana del gruppo Engineering, con clienti fra le multiutility del settore energetico, infrastrutture e telecomunicazioni (Eni, Enel, Italgas, Open Fiber…). “device di realtà aumentata sono stati spesso percepiti come un elemento ‘scenografico’ fra le soluzioni a disposizione di un’azienda”, osserva Zanuttini. “La crisi da coronavirus potrebbe però accelerare le sperimentazioni come già accaduto in Spagna, dove un’azienda ci ha chiesto l’installazione urgente dei software e l’invio immediato degli smartglass, per la manutenzione dei propri impianti, in mancanza di personale”.

È lo smartworking dei colletti blu, con i visori wearable destinati a superare tablet e smartphone come supporto per visualizzare un digital twin e comunicare con l’assistente remoto. “I dispositivi Ar sono utili quando il personale non può spostarsi in trasferta, per garantire il passaggio di know-how da un addetto senior a uno junior e per guidare da remoto personale non tecnico”, spiega Zanottini. “L’uso di un ambiente virtuale è ‘trasparente’ al problema, quando un impianto permette di per sé operazioni a distanza. È diverso quando è necessario avvalersi della presenza sul posto di personale, anche non specializzato, a cui l’Ar può garantire un’extended maintenance”.

Condividere oggetti virtuali sul campo visivo dell’utente per una smart assistance sul campo è la modalità con cui Joinpad supporta la manutenzione dei treni di Alstom a Sesto San Giovanni, mentre Uqido ha realizzato ambienti virtuali per addestrare i tecnici Nokia a riparare le antenne a 40 metri d’altezza. “Casi in cui se sbagli nella vita reale non hai una seconda chance”, osserva Pier Mattia Avesani, ad di Uqido (Padova). “La realtà virtuale permette di tracciare i movimenti e valutarli senza dover ricostruire la postazione per ogni apprendista, con grandi potenzialità nella medicina”.

Nella medicina

La prima operazione chirurgica al mondo in realtà aumentata è avvenuta di recente all’ospedale Sant’Orsola di Bologna. Lo specialista maxillo-facciale indossava il visore Vostars, realizzato nell’ambito di un progetto europeo coordinato dall’Università di Pisa. Nel campo visivo poteva visualizzare una linea virtuale in 3D lungo il percorso da seguire con lo strumento chirurgico. Il visore ha permesso per la prima volta una messa a fuoco coerente tra immagine virtuale e reale, quindi la giusta coordinazione occhio-mano nell’atto chirurgico.

A Milano, invece, i video immersivi di Impersive permettono di ricostruire l’esperienza del tecnico di laboratorio per il test sui campioni genomici di cellule tumorali. Il tirocinante che deve conseguire la formazione con i crediti Ecm può così ripetere l’esperienza senza dover assistere di persona alla procedura, registrata dal punto di vista del tecnico all’Università Federico II di Napoli.

“Grazie alle ecografie è possibile riprodurre immagini in Ar di organi e patologie, ma lo stesso vale con gli oggetti per moda e manifatturiero” – osserva Avesani – “quando gli agenti commerciali non possono spostarsi o recarsi alle fiere di settore è possibile ricreare un oggetto in 3D con milioni di poligoni grazie a tecniche di fotogrammetria”.

Il settore retail

“Il lockdown ha dato una forte accelerazione all’ecommerce ma la prossima frontiera è il nuovo standard ‘3DCommerce‘ che l’associazione americana Khronos Group sta elaborando, con il sostegno di circa 90 aziende del settore, da Amazon a Shopify, da CgTrader a Sketchfabsviluppando un’evoluzione del formato gLtf, usato per la trasmissione di asset 3D fotorealistici”. La previsione è di Matteo Esposito, ad di Invrsion di Milano, che realizza supermercati virtuali per gli studi di marketing di brand come Nestlé, Ferrero, Pepsi, Mondelez ed Esselunga.

“Il mondo della moda ha dei budget già allocati per le sfilate attualmente bloccate, ma potrebbe essere il primo a beneficiare della realtà virtuale per portare lo showroom al buyer e non viceversa” – spiega Esposito – “il problema sarà la riconversione di alcune maison che disegnano ancora i modelli a mano, fino a pochi giorni prima di andare in produzione”. Invrsion ha ricostruito in Vr un intero quartiere di Miami per consentire a un’agenzia immobiliare del posto di invitare i potenziali acquirenti all’acquisto di appartamenti con arredi griffati.

“Dubito che il futuro della Vr sia iperrealistico, aptico, olfattivo e multisensiorale” – osserva Esposito – “Facebook ha già venduto diversi milioni di Oculus e credo si andrà sempre più verso device standalone, con la potenza di calcolo del cloud in 5G ad alta risoluzione. Lavoriamo a un prodotto ecommerce affinché il retailer colleghi la propria piattaforma su questo tipo di supporto”.

“Fino a poco tempo fa eravamo un ‘gadget efficace’ per la grande industria, ma ora questa esperienza può diventare strategica. Tuttavia, per indossare un visore bisogna creare un motivo: vivere un’esperienza immersiva e un’interazione convincente”, conclude Guido Geminiani di Impersive, che da sei anni ha prodotto 300 progetti commerciali Vr per X-Factor, Sony e diverse squadre di Serie A. “Stiamo sviluppando demo per la moda, stanze virtuali per consentire ai buyer di interagire tramite avatar e vedere la nuova collezione presentata durante la fashion week”.

“È un paradosso, molte aziende non sono pronte a cogliere le opportunità che la tecnologia già permettere per rivolgersi ai consumatori”, conclude Montagna, autore del libro Realtà virtuale e aumentata. Nuovi media per nuovi scenari di business (Hoepli). “Eppure uno dei vantaggi dell’Ar è che basta uno smartphone, ci sono progetti già realizzati nella cultura e nello sport, come il tour virtuale del museo “Ara Pacis com’era” e le finali Nba viste con Oculus. Finora nel business è mancata la ‘reason why’, ma a ben vedere questa tecnologia l’abbiamo già in tasca”.

Un primo passo? Sicuramente lo hanno già fatto migliaia di nerd di tutto il mondo, diventati insospettabili maratoneti grazie a Pokemon Go, sin dal 2016. Nell’attesa (in casa) di ulteriori sviluppi, non resta che dilettarci con gli animali in 3D realizzati con l’Arcore di Google Search.

Buongiorno Samuele e Alberto

inizio a rispondere io a questa “bellissima” mail, e mi permetto di parlare anche a nome del Presidente che credo concorderà con me, nel dirvi come prima cosa: grazie! grazie davvero di cuore.
Grazie non solo per l’entità e la concretezza della vostra donazione (che sono sicura sarà di grande aiuto) ma anche, e soprattutto, per il gesto: avete deciso di condividere in questo momento difficile, fatto di grandi insicurezze, qualcosa che ci ha regalato proprio “sicurezza e affetto” che sono esattamente le cose, che oggi più che mai, ci servono e che decisamente non si possono comprare.
La sicurezza e l’affetto di chi lavora in Fondazione, la conosce e ci crede..così tanto non solo da fare il proprio lavoro sempre al meglio ma anche di aggiungere “un in più” davvero non scontato.

Grazie allora anche da parte mia e di tutto l’ufficio Fundraising

Silvia D.

Ciao Alberto, che spettacolo! Per Arredo sarà Fantastico avere questo ora!

Alessangra G.

La scrittura è sempre stata fin dalle sue origini protagonista nel raccontare e nel descrivere la storia dei popoli. Una testimonianza che ci ha permesso di essere in contatto col mondo antico sconosciuto ma storicamente presente. Se ad esempio noi possiamo conoscere la storia dei greci e dei romani, lo dobbiamo a chi ha messo su carta le esperienze vissute ed è grazie ad essa che sappiamo quanta sofferenza l’uomo ha dovuto pagare per arrivare dove siamo giunti. Peccato che ogni passaggio, rinnovamento, rivoluzione o cambiamento abbia sempre portato, insieme alla trasformazione, un livello di sofferenza pari all’importanza del miglioramento. Sembra quasi che la storia dell’uomo ripeta quella dell’universo che, espandendosi e contraendosi, crea le premesse per possibili catastrofi.

Quello attuale è appunto un “passaggio catastrofico”, un avviso alla piccolezza dell’uomo che basta un microscopico virus per rendere precaria la sopravvivenza. Tutto ciò porta alla riflessione su ciò che avevamo e che pensavamo di poter tranquillamente gestire come padroni indiscussi: avidità, consumismo, potere, una comunicazione falsata, la famiglia allo sfascio, e tante situazioni che eravamo capaci solo di criticare teoricamente senza però mai incidere con un cambiamento. Pensiamo ai nostri giovani protagonisti nel bene e nel male già da piccoli, irrispettosi e violenti, ribelli ad oltranza e padroni di un mondo mediatico di cui invece sono solo schiavi.

Così la famiglia non ha più l’unità affettiva di una volta: chi ancora usa dare il bacio della buonanotte a papà e mamma? Verrebbe certamente deriso come deriso è per molti la recita delle preghierine della sera, magari tutti insieme. La cena stessa non è più un momento di aggregazione ma un sedersi disordinato attorno a un tavolo o addirittura una frammentazione di orari e di luoghi.

Mi diceva padre Balducci negli anni sessanta: “La Comunione (CON-UNIONE) più spontanea è quella che si fa in famiglia attorno al tavolo per la cena”.

La quarantena che dobbiamo rispettare in questa crisi, restando in casa, forse potrà permettere un recupero del valore degli affetti, tanto necessari quanto il cibo che mangiamo. Baci e abbracci torneranno ad avere il sincero significato di una comunicazione affettiva. Ma perché ciò avvenga dobbiamo scoprire, come sostenevano gli antichi, l’anima che c’è in ognuno di noi, lo spirito che soffia innaffiando la nostra esistenza con valori sublimi che pongano l’uomo più vicino al Cosmo e al di sopra di ogni altra forma di vita.

L’unione tra materia e spirito non è la somma di due elementi ma l’unificazione deli stessi. Come afferma Tehillard de Chardin: “Il pericolo maggiore che possa temere l’umanità non è una catastrofe che venga dal di fuori, non è né la fame né la peste (né il Coronavirus), è invece quella malattia spirituale, la più terribile, perché il più direttamente umano dei flagelli, che è la perdita del gusto di vivere.”

Dott.ssa Evi Crotti – psicopedagogista, giornalista e scrittrice

Da qualche settimana ormai risulta difficile inventarsi nuovi passatempi per distrarre i più piccoli, costretti come sono a rimanere chiusi in casa a seguito delle direttive governative per contenere il coronavirus: ma una nuova funzione della realtà aumentata di Google potrebbe tornare utile per far passare qualche ora di svago ai bambini e agli adulti. L’azienda di Mountain View ha infatti sviluppato e presentato nei mesi scorsi un software che permettere di osservare varie specie animali a grandezza naturale attraverso la tecnologia della realtà aumentata.

Google e gli animali in realtà aumentata
I possessori di un device Android compatibile con AR Core o di un iPhone compatibile con AR Kit che desiderano immergersi nella natura stando comodamente seduti sul divano di casa propria potranno infatti approfittare della nuova funzione di realtà aumentata di Google, disponibile in Italia dallo scorso mese di dicembre. Basterà cercare i nomi dei vari animali nella barra del motore di ricerca (meglio se in inglese) per trovarseli direttamente nel salotto in tre dimensioni.

Dopo aver cercato il nome dell’animale che si desidera vedere sarà sufficiente andare sul riquadro con la scritta “Faccia a faccia a grandezza naturale con: [nome dell’animale]”. Successivamente premere il tasto “visualizza in 3D” per poi selezionare “Vedi nel tuo spazio”. A quel punto sarà possibile inquadrare la propria stanza con la fotocamera per vedere al suo interno la figura in 3D dell’animale selezionato a grandezza naturale. Al fine di poter visualizzare gli animali senza difficoltà si dovrà tuttavia disporre di uno smartphone o di un tablet con una versione del sistema operativo pari o successiva a Nougat o in alternativa un iPhone o un iPad con iOS 11 o versioni successive.

Gli animali disponibili per il momento nella nuova funzionalità di Google sono: “Cane, Gatto, Capra, Alligatore, Orso bruno, Rana pescatrice, Anatra, Aquila, Ghepardo, Pinguino imperatore, Lupo, Riccio, Leone, Cavallo, Ara, Polpo, Panda gigante, Squalo, Pony Shetland, Serpente, Tigre, Tartaruga.

 

“La presente per richiedere l’invio dell’attestato del corso in oggetto, ringraziando gli autori e complimentandomi con loro!” – dott.ssa Paola S.

“Salve, ho finito il corso sul linguaggio del corpo, che ho ritenuto molto interessante e che in qualche parte mi ha insegnato anche degli aspetti del mio carattere ” – Martina

“Grazie, il corso è stato interessante” – Igor

“Buonasera, oggi ho terminato il corso di disegno infantile… molto interessante” – Gessica

“Salve, complimenti per il corso, veramente interessante” – Matteo

“Con l’occasione, mi complimento con voi per la semplicità di fruizione e per il valore dei contenuti offerti dal corso” – Giacomo

“Ho trovato il corso molto interessante e utile e continuerò ad usufruirne fino alla scadenza” – Fabrizio

“Buongiorno, ho seguito il corso online: come interpretare il linguaggio del corpo. A tal proposito vi faccio i complimenti per la ricchezza dei contenuti ma allo stesso tempo per la semplicità espositiva” – Vitanna

“Corso davvero piacevole e interessante” – Francesco

“Vi ringrazio per avere organizzato questo corso: Come interpretare il linguaggio del corpo. Mi ha dato la possibilità di comprendere alcuni atteggiamenti a cui non riuscivo a dare spiegazione” – Caterina

“Gent.ma, ho terminato il corso online sul linguaggio del corpo. E’ stato molto interessante perchè mi ha permesso di conoscere meglio le persone intorno a me ed anche me stessa.” – Graziella

“Grazie mille!!! Si, ho trovato il corso molto, molto interessante. Complimenti!!!” – Laura

“Buonasera e complimenti per l’ottimo corso” – Alessandro

“Buongiorno, con questa mail segnalo che il corso mi ha soddisfatto, perchè mi è sembrato sintetico, ma allo stesso tempo completo e chiato. Lo ritengo alla portata di tutti e quindi credo di sugggerirlo ad altre persone” – Gianfranco

“Buongiorno, ho finito il corso… veramente molto interessante!!!” – Laura

“Ho appena concluso il corso sul Linguaggio del corpo, molto interessante!” – Cristina

“Complimenti per il corso, ben strutturato e molto interessante” – Serena

“Salve, ho terminato il corso online: è stato davvero molto interessante e utile” – Tiziana

“Salve, ho appena partecipato al corso online: come interpretare il linguaggio del corpo” egregiamente tenuto dagli insegnanti: dott.ssa Evi Crotti ed il dottor Alberto Magni” – Saverina

“Buongiorno, complimenti vivissimi per il corso online sul linguaggio del corpo che, proprio stamani, ho terminato di leggere con molto piacere ed interesse” – Marcella

“Buongiorno…appena ho finito di leggere il manuale del corso…non sapevo che tutti questi gesti del corpo umano possono riflettere qualcosa… grazie!! Ho imparato tante cose nuove ed utili per il futuro.” – Mugurel

“Buongiorno, il corso è veramente interessante e la didattica è ottima.” – Sonia