Una lite tra due pre-adolescenti ha generato problemi seri fortunatamente ora risolti in una 12enne

Elena F. ha 42 anni e vive nel Comasco. Sua figlia di anni ai tempi dei fatti ne aveva solo 11, ma come molte pre-adolescenti, Gaia (nome di fantasia) ha voluto il telefonino come regalo e quindi, quando ha terminato le scuole elementari, i genitori le hanno regalato uno smartphone.

«Abbiamo spiegato molto bene a nostra figlia i pericoli in cui poteva cadere, quindi sapeva di non dover chattare con estranei. Quotidianamente controllavamo, mio marito ed io, senza farci vedere, le chiamate in entrata e in uscita, i numeri in rubrica e anche WhatsApp».

«Tutto a posto, per molti mesi, fino a quando abbiamo visto dall’oggi al domani, l’atteggiamento di nostra figlia cambiare improvvisamente. Pianti improvvisi e crisi isteriche, si alternavano ad una certa calma apparente. Ma, francamente, abbiamo dato la “colpa”, all’età particolare (aveva quasi 12 anni all’epoca) e ai cambiamenti tipici dell’adolescenza e della pre adolescenza. Invece ci sbagliavamo…»

In realtà, ci spiega Elena, Gaia era vittima di una pioggia di odio social (WhatsApp in questo caso) da parte di un gruppo di sue compagne di scuola.

«Il motivo? Banali storie tra ragazzini, le prime cotte. Gaia piaceva a un ragazzo. Questa cosa non è stata gradita da una sua amica, che le ha fatto una foto mentre era in bagno. Una foto dove, fortunatamente non si vede nulla di scabroso, ma tanto è bastato a creare uno sciame di odio».

L’amica di Gaia ha mandato quella foto su vari gruppi della classe via WhatsApp e a singole persone e da qui è partito l’inferno.

«Vi lascio immaginare le battutine, e la foto che è girata nella la scuola media! Così ogni volta che mia figlia andava in bagno o faceva qualcosa tutti a dirle: “Ti scappa?”, “Falla tutta”, “Vescica debole”, ecc…Ho sentito e letto di cose ben peggiori lo so, di ragazzine che magari mandano ingenuamente foto di nudo che poi vengono fatte girare e diventano virali. Ma proprio per la banalità di questa storia, che per noi può essere piccola, ma per un’adolescente è gigantesca, ho deciso di raccontarla…».

«Alla fine, dopo aver telefonato ad altri genitori in cerca di indizi, siamo riusciti a farci raccontare da Gaia il motivo per cui stava così male. In un mese e mezzo aveva perso quasi 4 kg e anche i suoi risultati a scuola erano peggiorati, e non aveva voglia di partecipare a nessuna attività. Con l’aiuto di due maestre in particolare siamo riusciti ad arginare il diffondersi della foto e anche, spero, a far capire alla ragazza che l’aveva mandata in giro la gravità del gesto fatto. Nonostante questo, l’anno dopo mia figlia ha voluto cambiare scuola e allora ha cominciato a stare meglio. Questo per dire che noi genitori dobbiamo stare molto attenti a ciò che succede sui social e non temere solo “l’orco sconosciuto”, ma osservare attentamente anche le persone che circondano i nostri figli e non sottovalutare alcun segnale».

Gaia è stata anche in cura da uno psicoanalista. Da una foto, nemmeno così compromettente, si è scatenato uno tzunami emotivo che ha creato problemi nella vita reale di questa ragazza. In questo caso con l’intervento di alcune insegnanti e grazie all’attenzione dei genitori la storia si è conclusa a lieto fine. Ma Gaia ha comunque cambiato scuola, perso fiducia, e la sua vita, anche se in piccole cose, ha preso un corso differente. «Immaginatevi, ribadisce Elena, si fosse trattato di qualcosa di più pesante: forse non si sarebbe più ripresa. State attentissimi a tutto.»

Pagamenti in criptovalute per assistere a violenze sessuali e sevizie di ogni genere, interagendo direttamente con gli aguzzini

Assistevano in diretta a torture violenze sessuali su minori attraverso siti del deep web, chiedendo ai carnefici richieste di particolari sevizie che spesso portavano alla morte dei bambini. E’ quanto hanno scoperto i carabinieri di Siena, dopo le perquisizioni eseguite nelle abitazioni di due minorenni piemontesi, un ragazzo e una ragazza entrambi 17enni, ora indagati per istigazione a delinquere e pedopornografia.

Le sevizie, compiute verosimilmente nel sud-sst asiatico, erano legate a pagamenti di somme in criptovalute (Bitcoin). L’operazione denominata “Delirio”, avviata ad ottobre, finora aveva registrato 25 indagati (19 minorenni e 6 maggiorenni), residenti in 13 province italiane, accusati di diffusione e detenzione di materiale pedo-pornografico e istigazione a delinquere.

I “servizi” offerti, spiegano gli investigatori, hanno costi diversi: per vedere video registrati si paga meno, mentre per assistere in diretta a sevizie che terminano con la morte del bambino si paga molto di più. Si può interagire a pagamento con gli aguzzini: chiedere ad esempio che venga amputato un braccio oppure versato sul corpo del bambino seviziato olio bollente. “Le richieste ‘live’ hanno costi molto rilevanti e assicurano guadagni altissimi alle organizzazioni straniere che compiono tali atti disumani”, aggiungono.

Durante le indagini  sono emersi i nomi dei due 17enni piemontesi che nelle loro chat fornivano “una descrizione dettagliata delle loro esperienze nel deep web”. In particolare, il ragazzo raccontava continuamente alla sua amica delle cosiddette “red room”, stanze dell’orrore, spiegano sempre gli investigatori dell’Arma, “in cui gli utenti più attrezzati tecnologicamente riescono ad accedere a pagamento per assistere a violenze sessuali e torture praticate ‘in diretta’ da soggetti adulti su minori, con possibilità di interagire per gli spettatori, che possono richiedere determinate azioni ai diretti protagonisti delle efferate azioni”.

Le immagini rinvenute e già sequestrate riguardano tre tipologie dell’orrore: video pedo-pornografici auto-realizzati da minorenni, che si riprendono nudi o intenti al compimento di atti sessuali; video realizzati da adulti, relativi ad atti sessuali e violenze compiuti da soggetti minorenni (anche di sesso femminile) ai danni di minori, anche in tenerissima età (2-4 anni); video denominati “gore”, per lo più associati a simboli nazisti. Nel corso delle perquisizioni a carico dei due 17enni piemontesi sono stati rinvenuti e sequestrati telefoni cellulari, personal computer, tablet, chiavette usb e memorie esterne per pc.

 

Una mamma scopre nella chat del cellulare del figlio 15enne materiali e filmati terribili!

Un numero esorbitante di filmati e immagini pedopornografiche, anche sotto forma di stickers, scambiate e cedute dal giovane, rivelatosi l’organizzatore e promotore dell’attività criminosa insieme ad altri minori, attraverso Whatsapp, Telegram e altre applicazioni di messaggistica istantanea e social network

Le ipotesi di reato per le quali si procede, in concorso, sono detenzione, divulgazione e cessione di materiale pedopornografico, detenzione di materiale e istigazione a delinquere aggravata.

La polizia postale ha scoperto una chat “degli orrori” tra giovanissimi: 20 minori tra i 13 e i 17 anni, che si sarebbero scambiati immagini “di orribili violenze e con contenuti di alta crudeltà”. L’inchiesta, coordinata dalla procura dei minori fiorentina, è nata dalla denuncia a Lucca di una madre che aveva scoperto sul cellulare del figlio 15enne filmati hard con anche bimbi. Sul telefono trovati poi file provenienti anche dal dark web con video di suicidi e di mutilazioni e decapitazioni di persone e animali.

‘Dangerous Images’ il nome dato all’operazione condotta dalla polizia postale della Toscana e coordinata da Antonio Sangermano, che guida la procura presso il tribunale dei minori di Firenze.

 

Servizio perfetto. Sono riuscita a imparare a creare un sito web con WordPress in pochissimo tempo e in maniera completa grazie alle lezioni tenute da Federico, docente professionale, preciso e paziente. Mi ritengo davvero soddisfatta, super consigliato. Grazie mille a tutto lo staff di Mb!

Martina F.

E’ una splendida villa del Settecento ubicata  in località Barza del comune di Ispra (Lombardia – Varese), recentemente ristrutturata.

Fu edificata sulle fondamenta di un antico castello medioevale di cui oggi resta visibile la torre.

E’ circondata da un vasto parco di oltre 20 ettari, ricco di alberi secolari e piante esotiche, che tutela e favorisce il silenzio.

Il corso ha l’obiettivo di fornire a datori di lavoro e lavoratori gli strumenti indispensabili per:

– la corretta valutazione del rischio da contagio

– individuazione secondo le norme vigenti delle misure organizzative e procedurali per la prevenzione e la protezione

– la definizione di un protocollo anti-contagio

– l’informazione e la formazione per i lavoratori

– i dispositivi di protezione individuale

Costo: €35,00 Operazione Esente IVA ex art. 8 LIVA

Modalità: FAD Asincrona – E-Learning

Per info e iscrizioni: info@mbdigitalinovation.ch

Portale Montagne del Lago di Como.
Il lago e la montagna si uniscono per offrire in tutte le stagioni piacevoli esperienze di vita sana, in uno splendido scenario naturale.
Le famiglie, alla ricerca di attività all’aria aperta, trovano tante occasioni di svago e relax.
Gli sportivi possono vivere le proprie passioni, immersi nella natura.

Il nuovo sito della Rete di imprese “Montagne del lago di Como” è stato nesso in rete, con tanto di countdown, con una diretta Facebook su Zoom. É legato al progetto Interreg “Le vie del Viandante 2.0. Tanti gli ospiti in videoconferenza: il funzionario Massimo Gatti del comune di Lecco con il vice sindaco Francesca Bonacina, visto che il capoluogo è il capofila italiano del progetto, il destination manager del progetto Carlo Montisci di Ideas e la financial manager Silvia Casiraghi; poi Valerio Meroni che ha costruito la piattaforma.


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Buongiorno Alberto! Le sono infinitamente riconoscente per il lavoro che ha fatto.
Davvero un GRAZIE di tutto cuore.
Ho ricevuto e già salvato. Perfetto.
Le auguro ogni bene!

S.Franca