Attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie (realtà virtuale, robotica, tavole propriocettive con sensori inerziali) Settore corsi di CroceRossa Ticino e MB Digital Innovation quest’anno hanno proposto ai familiari curanti e alle persone di cui si prendono cura, un percorso laboratoriale gratuito, innovativo e di supporto con l’obiettivo di migliorare il benessere mentale e fisico di entrambi i gruppi partecipanti.
La prevenzione attraverso il progetto Go Peer è intesa come un insieme di attività, azioni ed interventi basata sull’attivazione diretta dei soggetti attraverso, un percorso formativo/informativo scandito da tempi ben definiti e coinvolgendo un gruppo di persone, verso un esito prestabilito (ad es. prevenzione bullismo, cyberbullismo, rispetto delle diversità culturali, di genere, ecc.) Tutte tematiche legati al tema del rispetto reciproco, dell’accoglienza delle diversità e nel riconoscere i rischi insiti che si possono sviluppare attraverso dei comportamenti a rischio verso sé stessi, gli altri, l’ambiente e le cose.
La Peer Education si prefigge dunque di ampliare il ventaglio di azioni di cui una persona dispone e di aiutarla a sviluppare un pensiero critico sui comportamenti che possono ostacolare il suo benessere fisico, psicologico e sociale e una buona qualità della vita. In parallelo vi è l’obiettivo di aiutare i ragazzi ad acquisire competenze in grado di metterli in condizione di risolvere i problemi che incontrano a scuola e nella vita quotidiana.
L’argomento che è stato scelto è stato: “Le opportunità e i rischi del Mondo Digitale”.
Sperimentazione del progetto Bullying VR per la prevenzione del bullismo e cyberbullismo presso la Scuola Media di Acquarossa (Lugano). Durante l’iniziativa sono state realizzate quattro unità didattiche, una delle quali ha previsto l’utilizzo della realtà virtuale, permettendo agli studenti di vivere un’esperienza immersiva nei ruoli della vittima, del bullo e dello spettatore.
Sperimentazione del progetto Bullying VR per la prevenzione del bullismo e cyberbullismo presso la Scuola Media di Tesserete. Durante l’iniziativa sono state realizzate quattro unità didattiche, una delle quali ha previsto l’utilizzo della realtà virtuale, permettendo agli studenti di vivere un’esperienza immersiva nei ruoli della vittima, del bullo e dello spettatore.
… La novità più evidente agli occhi dei cittadini è il sito: «Ora è più fruibile e ottimizzato anche per la mobilità» ha spiegato Alberto Bellomo, un collaboratore del progetto. «Abbiamo ricreato e digitalizzato la cartografia del cammino, finalmente si ha una visione unitaria». Sono 140 i chilometri del percorso, suddiviso in cinque tappe.
Ogni tappa ha una scheda di dettaglio con i punti d’interesse, le fotografie e i testi informativi…
Giornata di formazione presso Axa Lugano dedicata agli apprendisti e ai collaboratori. Sono state affrontate tematiche relative alla gestione dei conflitti e alla gestione delle emozioni utilizzando la Virtual Reality come amplificatore dei contenuti spiegati in aula.
Sono emersi ottimi spunti di riflessione e confronto con il gruppo classe, evidenziando l’importanza di trattare questi argomenti per una maggiore consapevolezze personale e di gruppo.
Per anni, il quoziente intellettivo (QI) è stato considerato il principale indicatore del successo scolastico. Ma cosa succederebbe se ci fosse un altro fattore altrettanto determinante che è stato sottovalutato?
L’intelligenza emotiva: un nuovo pilastro nell’educazione
Un recente studio pubblicato su Nature Human Behaviour ha messo in luce l’importanza fondamentale delle abilità non cognitive nel determinare il successo scolastico. La ricerca, guidata dalla Dr.ssa Margherita Malanchini della Queen Mary University di Londra e dal Dr. Andrea Allegrini dell’University College London, suggerisce che l’intelligenza emotiva possa essere altrettanto cruciale quanto il tradizionale quoziente intellettivo.
Approccio metodologico e scoperte principali
Lo studio ha seguito oltre 10.000 bambini in Inghilterra e Galles, dai 7 ai 16 anni, combinando studi sui gemelli e analisi del DNA. Questo approccio innovativo ha permesso ai ricercatori di esplorare la complessa interazione tra geni, ambiente e risultati scolastici.
Una delle scoperte più significative riguarda il crescente ruolo della genetica nel plasmare le abilità non cognitive e il loro impatto sul rendimento scolastico. I ricercatori hanno sviluppato un “punteggio poligenico” per misurare la predisposizione genetica di un bambino verso queste competenze, aprendo una nuova prospettiva sul potenziale umano.
L’intelligenza emotiva in primo piano
Il Dr. Allegrini ha sottolineato che “gli effetti genetici associati alle abilità non cognitive diventano sempre più predittivi del successo scolastico con il passare degli anni. Tra i 7 e i 16 anni, il loro impatto quasi raddoppia.”
Questa scoperta sfida la visione tradizionale del successo educativo, generalmente legato all’intelligenza cognitiva. Al contrario, lo studio indica che il profilo emotivo e comportamentale di un bambino, influenzato sia dai geni che dall’ambiente, è fondamentale nel suo percorso educativo.
Il peso dell’ambiente
Pur riconoscendo l’influenza della genetica sulle abilità non cognitive, lo studio evidenzia anche l’importanza dell’ambiente. Confrontando fratelli, i ricercatori sono riusciti a isolare l’impatto dell’ambiente familiare dai fattori genetici.
“Abbiamo scoperto che, sebbene i processi familiari abbiano un ruolo significativo, l’influenza crescente della genetica non cognitiva sul rendimento scolastico rimane evidente anche all’interno delle famiglie,” ha affermato Allegrini. Questo suggerisce che i bambini possono modellare attivamente le proprie esperienze di apprendimento in base alla loro personalità e alle loro abilità.
Implicazioni per il sistema educativo
Le scoperte di questo studio hanno importanti implicazioni per l’educazione. Riconoscere il ruolo fondamentale delle abilità non cognitive potrebbe portare le scuole a sviluppare interventi mirati per supportare lo sviluppo emotivo e sociale degli studenti, in parallelo con il loro apprendimento accademico.
La Dr.ssa Malanchini osserva che il sistema educativo tradizionalmente si è concentrato sullo sviluppo cognitivo, ma ora è necessario un riequilibrio per dare la giusta importanza anche alle abilità non cognitive.
Sviluppi futuri
Lo studio sottolinea l’importanza di ulteriori ricerche sull’interazione complessa tra geni, ambiente e istruzione. Una maggiore comprensione di questi fattori potrebbe aiutare educatori e politici a sviluppare strategie più efficaci per sostenere lo sviluppo complessivo degli studenti e migliorare i risultati scolastici.
Conclusione
Mentre il dibattito sull’importanza delle abilità cognitive e non cognitive nell’educazione continua, questo studio offre prove convincenti che un approccio equilibrato, che coltivi entrambi gli aspetti, potrebbe essere la chiave per migliorare i risultati educativi. L’intelligenza emotiva, ben più di un semplice accessorio, si dimostra un elemento centrale per il successo scolastico e, in ultima analisi, per il successo nella vita.
Grandi, il vostro Stand era il migliore!
Franco G.
Introdurre la Virtual Reality nei processi formativi ed educativi può portare ad una vera rivoluzione nella didattica. Questo è il futuro. Complimenti!
Manuela L.
Ho provato l’esperienza che proponete… che dire! Meravigliosa
Elena F.
MB Digital Innovation Sagl wishes you all a very happy Swiss National Day!